Regi Lagni – La situazione oggi



REGI LAGNI
A CHE PUNTO SIAMO CON LA BONIFICA 
DELL’OPERA BORBONICA DI BONIFICA?
Campania – Prosegue la nostra inchiesta sui Regi Lagni

di 
Angelo Marsilio 



Nell’articolo del 12 giugno, intitolato “L’INCHIESTA SUI REGI LAGNI: DA OPERA BORBONICA DI BONIFICA A BOMBA ECOLOGICA”, avevamo parlato dell’emanazione dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Opcm n. 4022 del 9 maggio 2012), Dipartimento Protezione Civile, richiesta dalla Regione Campania, che disponeva misure urgenti per far fronte alle varie situazioni di criticità riguardanti i depuratori di Acerra, Marcianise, Orta di Atella, Villa Literno e Cuma e delle vicissitudini che hanno segnato la gestione degli stessi da parte della Hydrogest Campania S.p.A (controllata per il 90% dall’azienda ligure Termomeccanica Ecologia) e i suoi rapporti con la Regione.
Ma com’è la situazione oggi? Dopo la notizia di mucillagine al largo di Ischia, Procida e del Litorale Flegreo, giungono notizie di inquinamento del mare casertano, in particolare da Castelvortuno, dove chiazze di liquami hanno costretto i bagnanti ad abbandonare le spiagge di Pinetamare ed Ischitella. Principali indagati i depuratori di Cuma e Villa Literno. Ad aggravare la situazione anche lo stato di agitazione di questi giorni dei dipendenti che reclamano stipendi non corrisposti. Gli operai garantiscono solo servizi essenziali di depurazione e controllano che gli impianti non si fermino del tutto. In seguito al sequestro di due anni fa degli impianti, sono state adottate alcune misure da parte del custode giudiziario, che trovò gli stessi in condizioni pessime e che ha cercato di limitare i danni. Tali misure pare abbiano avuto alcuni risultati, ma Il problema dell’inquinamento dei Regi Lagni e del Litorale Domitio è persistito fino agli ultimi tempi, perché gli impianti necessitano ancora di importanti interventi di adeguamento tecnico e strutturale alle norme prescritte per legge, ma anche perché tale problema va inquadrato in un’ottica più ampia, che comprende le problematiche delle strutture di collettamento e depurazione dei reflui industriali e urbani, ma non si limita ad esse. “Gli impianti depurano al 50 o al massimo al 60 per cento della loro capacità”, stando a quanto dichiarato qualche giorno fa a “il Mattino” dal custode giudiziario Paolo Massarotti.

Per un totale riadeguamento degli impianti e per una completa bonifica dell’opera borbonica di bonifica forse occorrerà ancora tempo (i Borboni impiegarono 6 anni per risolvere i problemi della Campania Felix, noi… speriamo che ce la caviamo). Dalla recente rielaborazione di Legambiente sui dati ARPAC 2011 ci si può fare un’idea dello stato di grande criticità del sistema di depurazione casertano: in Provincia di Caserta dei 102 impianti complessivi di depurazione, di cui 3 di grandi dimensioni (i tre regionali) il 65% è risultato non conforme alle disposizioni di legge. Inoltre hanno ricevuto per il 38% una valutazione “pessima”, per il 47% “da migliorare” e solo per il restante 15% “buona”. Tra le cause delle chiazze di mucillagine forse anche le elevate temperature delle acque. Secondo Legambiente, lungo la costa campana la temperatura media misurata è stata di 28°C, 2 gradi più alta del valore storico di riferimento che riportava massimi estivi di 26°C, con picchi che hanno raggiunto anche i 30°C.

Secondo la teoria del “Brodo Primordiale” la vita ha avuto origine grazie all’interazione di composti organici con le acque di elevata temperatura dell’oceano primitivo. Più rispetto per gli aggregati schiumosi che sono al largo delle nostre coste: rappresentano una nuova forma di vita nata dall’interazione tra elevate temperature e inquinamento (secondo “la teoria del Brodo Fognario”), progenitrice di chissà quali organismi viventi futuri. P.s. La foto è stata scattata a Pinetamare. Ok, non è vero, ma avrei voluto che fosse stata scatta lì: è il mare di San Teodoro, Sardegna.

FONTE: quicaserta.it



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