Evento a Gioiosa Jonica

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L’Associazione Culturale Due Sicilie e l’Ordine Costantiniano di San Giorgio, Delegazione Calabria, Vi invitano per mercoledì 27 dicembre, ore 17.00, in Gioiosa Jonica (RC), presso la Sala ex “Casina dei Nobili”, primo piano della storica pasticceria – gelateria “Bar Italia”, all’incontro sul tema:
“Giuseppe Pellicano Spina, legittimista calabrese, e la sua corrispondenza epistolare con Franceso II di Borbone”.

Intervengono:

Mariolina Spadaro (Presidente dell’Associazione Due Sicilie)

Aurelio Badolati (Delegato Vicario SMOCSG Calabria)

Relaziona: Vincenzo Naymo (Università di Messina)

Alle ore 19, presso la vicina Chiesa di Maria Santissima Addolorata, seguirà la Santa Messa in suffragio di S.M. Francesco II di Borbone e dei Caduti del Regno delle Due Sicilie, presieduta da Don Nicola Commisso Meleca, Cav. Di Grazia Ecclesiatico SMOCSG.

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GIUSEPPE PELLICANO SPINA (Gioiosa, 28 settembre 1816 – Gioiosa Jonica, 6 aprile 1901), appartenente alla nobile famiglia gioiosana dei Pellicano che annovera tra i suoi esponenti anche un vescovo (Giuseppe Maria Pellicano, vescovo di Gerace dal 1818 al 1833), fu guardia del corpo a cavallo di Ferdinando II e poi di Francesco II, dal 1851 fino a tutto il 1860, quando la Compagnia delle Reali Guardie del Corpo fu sciolta.
Dalle ricerche storiche condotte dal Prof. Vincenzo Naymo, apprendiamo che nel settembre del 1860 seguì Francesco II a Gaeta; rientrò in Calabria nel successivo mese di ottobre dove, insieme a Vincenzo Ajossa, organizzò un’insurrezione a Cinquefrondi, Maropati e Giffone, al fine di impedire lo svolgimento del plebiscito di annessione. Successivamente, mantenne una corrispondenza epistolare con Francesco II in esilio.

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In ricordo ed in suffragio di Francesco II di Borbone

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Mercoledì 27 dicembre, con raduno alle ore 17.30, si ripeterà il tradizionale ed importante incontro presso la Chiesa di San Ferdinando di Palazzo in Napoli, con alle 18.00 la Santa Messa solenne in Rito Romano Antico celebrata in suffragio dell’ultimo Re di Napoli Francesco II di Borbone, nell’anniversario della sua morte avvenuta il 27 dicembre 1894, a cura del Movimento Neoborbonico, della Fondazione Il Giglio, della Delegazione Campana dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e sotto gli auspici della Real Casa di Borbone Due Sicilie.

L’occasione per celebrare un grande Re e la nostra memoria storica. L’occasione per incontrare amici nella Fede vicini e lontani che, pertanto, non potranno mancare.

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Il passo che segue, relativo al trapasso di S.M. Francesco II, è stato tratto dall’opera: “Per la traslazione in Santa Chiara di Napoli dei resti mortali degli ultimi Sovrani delle Due Sicilie” – Napoli 1984 – di Padre Gaudenzio dell’Aja, francescano.

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””” Nella seconda decade di dicembre, la Regina si recò ad Arco per trascorrervi i giorni di Natale e di Capodanno insieme col Consorte, ma la vigilia di Natale le condizioni di salute di Francesco di Borbone si aggravarono. Il 26 dicembre, dopo la celebrazione della Messa, furono amministrati al Sovrano il Viatico e l’Estrema Unzione.

Confortato dalla benedizione del Sommo Pontefice, Francesco II si spense in Arco il 27 dicembre 1894, alle ore 14,34.

Erano presenti al transito la Regina Maria Sofia, il Conte di Caserta e gli Arciduchi di Austria, Alberto, Ranieri ed Ernesto.

Napoli apprese la notizia della morte di Francesco II di Borbone dalle colonne de Il Mattino. Matilde Serao scrisse in prima pagina un articolo dal titolo « Il Re di Napoli », in cui fra l’altro diceva:

«Don Francesco di Borbone è morto, cristianamente, in un piccolo paese alpino, rendendo a Dio l’anima tribolata ma serena.

Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco secondo. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità, colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell’esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo… Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone».

La salma di Francesco II, vestita con abiti civili su cui spiccavano le decorazioni e fra queste la medaglia al valore militare per la difesa di Gaeta, restò esposta nella camera ardente fino alla sera del 29 dicembre”””.

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Il Tramonto del Sole

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Il Progetto

DAUNIA DUE SICILIE presenta:

IL TRAMONTO DEL SOLE

(Due Sicilie 1860) The Sunset (Two Sicilies 1860)

Scritto e diretto da Pino Marino – Second unit, editing e assistant director Antonio e Mario Marino – Colonna sonora originale di Domenico Laquintana – produzione TREGIGLI MEDIAVIDEO

DAVVERO l’unità d’Italia fu il frutto dell’impresa di mille uomini in camicia rossa? Ci abbiamo creduto per anni ed in tanti, troppi, ancora ci credono. Le cose non andarono così. Fu il realizzarsi di un grande piano, orchestrato dall’Inghilterra con il Piemonte sabaudo. Un vero e proprio colpo di stato, all’interno del Regno delle Due Sicilie, pilotato dai “galantuomini” della classe agraria.

Il Tramonto del Sole (Due Sicilie 1860) è il racconto di quegli avvenimenti nello spaccato di un piccolo paese; il “toccare con mano” quanto avvenne nelle strade, case e municipi, in quegli ultimi, confusi, disperati giorni del Regno delle Due Sicilie; con l’arrivo dell’esercito Piemontese e la reazione popolare passata alla storia come “Brigantaggio”.

DAUNIA DUE SICILIE , associazione culturale, ha come “mission” il racconto e la divulgazione della vera storia del Sud-Italia.

A tal proposito, da oltre 10 anni, organizziamo conferenze, concerti e spettacoli teatrali, oltre alla produzione di audiovisivi che portiamo nelle scuole, in piazze e teatri di tutta Italia – come i precedenti lavori di Pino Marino: il teatro-musica  “Fora Savoia” (vedi in gallery – video tratto da youtube) con Mimmo Cavallo o il docu-film “La Terra dei Borbone” (vedi promo in gallery).

Nella stessa falsariga si inserisce questo progetto. Vogliamo fare un mezzo di divulgazione storica potente, da lasciare a disposizione delle future generazioni; di quanti vorranno apprendere una storia nascosta per troppi anni.

Un documento che non esaurirà il suo compito nel breve volgere di pochi mesi, ma che avrà valenza didattica anche negli anni a venire; uno strumento da poter utilizzare ogni qualvolta ce ne sarà bisogno.

SIAMO tutti volontari e abbiamo messo insieme quanto potevamo. Grazie alla disponibilità di Tre Gigli MediaVideo, abbiamo iniziato la lavorazione, ma il compito si è rivelato assai gravoso; per questo siamo qui a chiedere il vostro aiuto.

CHIAMIAMO a raccolta quanti hanno a cuore le Terre Meridionali; ma anche quanti abbiano semplicemente l’onestà intellettuale di credere che il racconto storico, a tutti i livelli, debba avvenire sempre senza remore e falsità. Non certo come è avvenuto fino ad oggi, almeno per quanto riguarda la storia risorgimentale.

COME potete vedere nelle ricompense, accettiamo anche una libera donazione, un minimo aiuto e quanti vorranno donarcelo, riceveranno una piccola gratifica da parte nostra. Tutti i sostenitori saranno anche ringraziati sulla pagina facebook ufficiale del film e vedranno pubblicata la loro foto nella “Official Friends Gallery” (ovviamente se lo vorranno)

I FONDI che raccoglieremo saranno tutti impiegati per coprire le spese vive necessarie alla realizzazione del film (affitto costumi – affitto attrezzature tecniche mancanti – passaggi tecnici indispensabili – produzione DVD – spese di ufficio, spese per trasferimenti, spese per energia e carburanti, materiali di consumo, autorizzazioni varie, S.I.A.E. Percentuali dovute a Produzioni dal Basso/PayPal. etc )

PRODUZIONI DAL BASSO ha indicato un obiettivo economico; sappiamo bene quanto arduo sarà raggiungerlo, se non impossibile; tuttavia ci spinge il grande amore per la nostra Terra e, a prescindere da quanto raccoglieremo, questo film sarà realizzato comunque, della qualità migliore possibile e nei tempi che la cifra raccolta ci consentirà.

 LA TRAMA

UNA STORIA di virtù e di eroismo, di forti passioni e grandi ideali. La storia di un pugno di uomini che, sullo sfondo di congiure e tradimenti, si oppose alle stragi, gli stupri, la deportazione, l’incarcerazione di centinaia di migliaia di abitanti del Regno delle Due Sicilie, per fare, nel sangue e non nella condivisione, l’unità d’Italia.

Per alcuni furono briganti, per altri eroi. Le loro gesta, svanite nelle nebbie di un passato mai veramente raccontato, riprendono forma e sostanza nelle vicende di questo film.

Ambientato nell’incantevole cornice dei Monti Dauni, Il Tramonto del Sole (Due Sicilie 1860) è una finestra aperta sulla vita quotidiana di metà 800 ed è basato su episodi realmente accaduti.

NEL 1838 un medico di Troja (in Capitanata – attuale prov. di Foggia) Giuseppe Tucci, scopre un “novello pus” , un vaccino  antivajolo, molto più efficace di quelli di tipo “Jenneriano”, fino ad allora comunemente utilizzati; Il vaccino, al contrario di quelli in uso, non perdeva rapidamente efficacia ed aveva una più alta percentuale di riuscita.

Per questo, da allora in poi, il suo utilizzo verrà allargato a tutto il Regno delle Due Sicilie, nella vaccinazione contro il terribile morbo.

La scoperta, valse al medico fama e gratitudine nazionale, oltre ai grandi onori tributatigli dalla corona.

Qualche anno dopo, come componente del consiglio comunale, si ritroverà al centro della congiura liberale che, in combutta con Inghilterra e Piemonte, mira alla caduta del Regno Borbonico.

Tucci si accorge della macchinazione in atto, volta a capovolgere il Regno a favore della conquista piemontese e, insieme ai briganti Marciano Lapio e Peppino Russo, al comandante della Gendarmeria Borbonica Giovanni Tannoia e sua moglie Cristina, al parroco don Luigi  e ad altri personaggi di questa vicenda, vi si opporrà con tutte le sue forze in contrapposizione ai “galantuomini” locali: il sindaco Alberto Marucci, Ippolito Petrelli ed altri esponenti della “classe agraria”, principali artefici del complotto, oltre alla Guardia Nazionale ed ovviamente, al Gen. piemontese Mazè de la Roche con i suoi bersaglieri.

In 1838 a doctor, Giuseppe Tucci, discovered a new smallpox vaccine, better than the one used; This gave to him fame and national gratitude. Some years later, he will be at the center of the liberal conspiracy, aimed at the fall of the Two Sicilies Kingdom.

VOGLIAMO FARE IL FILM SUI BRIGANTI, RACCONTARE LE GESTA DI QUEI RAGAZZI DI 20 ANNI, INFAMATI DA UNA FALSA STORIOGRAFIA, CHE LASCIARONO LE LORO CASE PER IMBRACCIARE UN FUCILE E DIFENDERE LA LORO TERRA.  MA I SOLDI NON CI BASTANO.

AIUTATECI A ONORARNE LA MEMORIA

AIUTATECI A FINIRE QUESTO FILM

Grazie con tutto il cuore! Per favore dateci anche una mano facendo girare questo progetto sui social

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Conferenza a Lamezia Terme

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Conferenza a Motta Santa Lucia

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Conferenza a Mongiana

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Conferenza e Cerisano

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La Marina nel Regno delle Due Sicilie

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SABATO 18 NOVEMBRE ore 11.00, Napoli, Museo PAN, Palazzo delle Arti, Via dei Mille 60, “Stati generali del mare: la Marina delle Due Sicilie” a cura dell’Associazione I Lazzari, con il patrocinio del Comune di Napoli.
Interventi di Davide Brandi (moderatore), Antonio Cimmino, Gennaro De Crescenzo, Ivan Guida, Fiore Marro, Lucio Militano. Interventi teatrali e musicali di Angelantonio Aversana ed Enrico Mosiello (ingresso libero).

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Conferenza di storia a Pagani

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Piagnistei Meridionali

di Antonio Pulcrano

Il più becero dei luoghi comuni antimeridionali: Sua Maestà il Lamento! Basta dare uno sguardo alla Storia, quella vera, o all’andamento socio-economico della varie zone d’Italia per capire certe cose, ma bisogna affrontarle con onestà, altrimenti si rischia di fare come una tale Maria Antonietta che invitava a mangiare brioche a chi si lamentava di non aver pane. Solo che a farlo era proprio la parte migliore della società, quella stessa che qualche tempo dopo fece qualcosa che ancor oggi si chiama Rivoluzione e, la Signora, per non aver avuto un minimo di lungimiranza, perse la testa…

Le Regioni meridionali hanno impiegato oltre 80 anni per divenire più povere di quelle del Nord, e solo le devastazioni della 2° Guerra Mondiale hanno completato l’opera iniziata dai Savoia, all’indomani dell’occupazione del Sud.

Nel 1861, ad “unità” avvenuta, le sette Regioni del Regno (Campania, Puglia, Abruzzo e Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia) erano di gran lunga più ricche degli staterelli del Centro-Nord e tale supremazia, sociale ed economica, nonostante una sistematica spoliazione e una emigrazione forzosa, è durata fino alla seconda metà degli anni ’40, allorquando, con intere città rase al suolo, senza adeguati aiuti finanziari, si dovette soccombere definitivamente.

I fondi del poderoso Piano Marshall, infatti, andarono quasi tutti al Nord, a dimostrazione di una sperequazione che dura da sempre. Il 21% di tutta la cifra stanziata per l’Italia (ben 10 miliardi di euro attuali – una cifra ingentissima per l’epoca), fu assegnato alla sola Lombardia, mentre l’Emilia Romagna ottenne il 17,8%, il Lazio il 15,7%, il Veneto l’11,8%, il Piemonte il 10,3%, a fronte di un misero 3,2% alla Campania e di un miserrimo 0,2% (praticamente nulla) alla Calabria.

“Nella ripartizione geografica dei prestiti (per il 90% a fondo perduto), delle sedici regioni allora esistenti, le nove del Centro-Nord beneficiarono della quasi totalità, lasciando alle altre sette regioni del Sud, l’equivalente di un decimo”. (Scrive BBC History, che fornisce anche i dati). Alla faccia dell’unità della nazione! Napoli fu, durante la 2° Guerra Mondiale, la città più bombardata e distrutta d’Europa, al di fuori delle città tedesche. Il Sud era semplicemente raso al suolo, tutto, poiché gli alleati, per preparare i vari sbarchi, azzerarono con le bombe ogni porto, aeroporto, struttura militare od opificio industriale e la quasi totalità delle abitazioni civili. Addirittura ci si aspettava, come poi avvenne, la sollevazione della popolazione contro i tedeschi a seguito della insopportabilità di tali devastazioni aeree (sic!). Eppure, mamma Italia, nordcentrica come sempre, alla fine della guerra, diede tutto il possibile alle altre regioni, “dimenticandosi” del Sud. Fu il tracollo totale. I nostri padri, senza aiuti né prebende, dovettero faticosamente ricostruire una Nazione, la nostra, ottenendo e realizzando quel che potettero, considerando le scarse risorse disponibili.

Ecco, chi blatera di piagnistei, se conoscesse magari anche sommariamente la Storia, farebbe bene a zittirsi. Forse perderemmo meno facilmente la pazienza, ora che abbiamo realizzato certe Verità. La faccenda dell’Antonietta potrebbe ripetersi, se il popolo affamato si stufa sul serio!

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