La verità storica e le menzogne risorgimentali

Pubblichiamo un intervento di uno dei nostri più illustri collaboratori, un esempio di come dovrebbe essere un custode della cultura, un vero ricercatore storico, un vero docente.
Infatti, il rigore nella ricerca delle fonti, la serena trattazione degli argomenti, l’assenza assoluta di condizionamenti partitici ed una innata umiltà, nonostante una eccezionale preparazione accademica, ci danno un’idea chiara di come sarebbero dovuti essere gli autori della storiografia ufficiale italiana.
Leggiamo con attenzione quanto scrive il prof. Rago e confrontiamolo con quanto, con livore e cattiveria, hanno scritto e continuano a scrivere i cattedratici di regime ed “ i giornalisti e scrittori ciucci e venduti” eredi diretti di coloro che mortificarono e calunniarono i migliori uomini della nostra vera Patria, per costruire una mitologia risorgimentale a danno degli interessi e dell’onorabilità di un intero Popolo e dei suoi amati simboli viventi.
Buona lettura.
Cap. Alessandro Romano

 
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La calunnia è come un venticello…
di
Raffaele Rago
 
Quando gli studiosi di regime si scagliano in modo selvaggio contro i Borbone, non posso che prendere la penna e cercare di difendere il mio Sud, le mie tradizioni e la mia Storia, quella che mi è stata insegnata, fin dalla tenera età, quando nonno Antonino, vicino al focone, mi parlava dei briganti, che si riunivano sul monte Polveracchio, dei Borbone, che amavano le nostre zone e che cercavano di rendere la vita nel loro regno il più vivibile possibile.
Ricordo tutto questo con un senso di nostalgia e di tristezza, prima perché non c’è più il caro nonno, secondo perché sono passati tanti anni, terzo perché non si dice sempre la verità su avvenimenti che, finalmente, ai giorni nostri validissimi studiosi dell’”altra storia” stanno portando alla luce.
Aveva ragione il mio avo, quando sosteneva che, per utilità personale, molti non dicono realmente le cose come stanno. Dopo la parentesi predatoria napoleonica, con i Borbone si iniziò a schiudere non solo un periodo di pace, ma anche di prosperità.
Si potenziò la rete stradale, infatti dalle 1505 miglia (1828) si passò alle 4587 (1855); si incrementò la marina a vapore, che, dopo quella inglese, era la seconda nel Mediterraneo; si creò la prima ferrovia d’Europa; si diede la possibilità di sviluppare le fabbriche del Meridione(1): quella dei damaschi a Catanzaro; di S. Leucio; delle officine di Mogiana, che venivano collegate allo Ionio con una ferrovia, che tranne il tracciato, non è più visibile.
Non sono da dimenticare le fabbriche di armi di Serra S. Bruno, le filande di Bagnara e tanti altri opifici sparsi in tutto il Sud e tutti funzionanti.
Chi perpretò lo scempio e la completa distruzione di tutto questo?
chi costrinse a chiudere i vari stabilimenti?
chi stroncò l’interessante esperimento produttivo di S. Leucio?
chi eliminò gli alti forni di Mogiana?
chi eliminò i binari della prima ferrovia industriale calabrese?
chi rubò i 500 milioni di ducati (più di quattromila miliardi di oggi) dalle casse Borboneche per portarli (allegramente) verso il Piemonte per pagare i debiti di guerra dei Savoiardi?
Non si può nascondere che il Sud, il nostro Sud, fu trattato solamente come terra di conquista, cioè una colonia da sfruttare. I Savoia, con l’avallo di deputati meridionali approfittatori e corrotti, imposero tasse assurde; fusero, solamente per il loro utile, i due debiti pubblici, quello del Sud (500 milioni di lire su 9 milioni di abitanti) e quello del Regno sabaudo (1 miliardo di lire su quattro milioni di abitanti).
Di tutto quello scritto sopra, il fatto più grave (dovrebbero tenerlo presente gli storici di regime) fu che per appropriarsi di tutto i Savoiardi diedero licenza di uccidere a Garibaldi e Bixio i partigiani di allora, dopo averli immelmati col nome di briganti.
E’ da tenere presente che il brigantaggio era ignoto sotto i Borbone (2) .
Non soddisfatti di aver dissanguato il Sud, i Savoiardi, unitamente agli inglesi Gladstone e Palmerston, ai “gentiluomini liberali lecca lecca” impiantarono una campagna diffamatoria, altrimenti non potevano giustificare l’aggressione, perché fu pura aggressione, checché ne dicono gli storici di regime.
Ora la verità storica sta venendo fuori, perché non si ha più l’obbligo di incensare i Savoia e finalmente si può gridare tutto lo sdegno contro chi continua a parlar male del Sud, dopo averlo assassinato, bruciato e saccheggiato dal 1860 in poi.
E si continuano a chiamare oppressori i Borbone, i quali, nel loro Regno, ospitarono, nel 1852, inviata da Napoleone III, una commissione per studiare da vicino le leggi che già vietavano la tortura giudiziaria, la censura sulla corrispondenza privata e la prigione per debiti (3).
I Borbone non oppressero nessuno, anche se, vergognosamente, si continua ad insegnarlo nelle scuole.
O paziente lettore giudica tu: -Sotto gli ultimi re Borbone fu eseguita una sola condanna a morte (4) ; la casa regnante perseguì (da sempre è stato dovere di ogni potere legittimo) tutti quelli che, confessi, cercavano di sovvertire le istituzioni dello Stato in modo non istituzionale.
I “sovversivi”, invece, dagli Inglesi venivano ferocemente perseguitati sia in Irlanda che in India, dove venivano squartati legati alle bocche dei cannoni. Cosa dire, poi, delle stragi che Cialdini e Pinelli, “liberali” piemontesi, commisero in Lucania, in nome della “libertà” e con tutto questo vengono sempre giustificati e considerati eroi.
I Borbone si comportarono sempre da veri gentiluomini ed usarono sempre clemenza contro i cospiratori, infatti, il tanto bistrattato Francesco II, durante l’assedio di Gaeta, non solo dimostrò tutto il suo eroismo, ma poté orgogliosamente vantarsi, anche se circondato da cospiratori, di non aver fatto scorrere “una goccia di sangue”, aggiungendo: -“Questi sono i miei torti. Preferisco i miei infortuni ai trionfi
degli avversari” (5) . Possono dire la stessa cosa i Savoia? Chi legge il libro di Alianello, “La conquista del Sud”, può scoprire tante cose che i libri di regime non dicono. Quando in un processo tenuto a Napoli, dove fu consentito al ministro britannico Tempe di sedere fra i giudici, fu condannato a morte Luigi Settembrini, Ferdinando III trasformò la condanna in ergastolo, poi ridotta a 6 anni, durante i quali non il condannato, ma il “professore” non solo tradusse Luciano, ma poté ricevere, nella sua cella, il direttore delle carceri con tutta la famiglia per mangiare insieme i pasticcini che gli “oppressori” Borbonici gli consentivano di ricevere quasi quotidianamente dalla trattoria di Monsù Arena.
I Savoia crearono, invece, “campi di concentramento” per poter eliminare, in fretta, i prigionieri dell’esercito Borbonico (6) . Ma ai Savoia era permesso questo ed altro, perché erano…. . reali venuti dal Nord, per appropriarsi del Sud.
Sui Borbone calunnie, solamente calunnie, sempre calunnie…. . ; la calunnia è come un venticello…. .
Quello, però, che non posso perdonare ai calunniatori di regime è quando disprezzano e diffamano “l’esercito di Franceschiello”, dove hanno combattuto i nostri Avi, che veramente credevano in quello che facevano e morirono per difendere la religione, la famiglia ed il re, contro i massoni venuti dal Nord.
Francesco II è stato una vittima, perché tradito dai suoi generali, che si erano venduti al conquistatore savoiardo, ma non un vigliacco.
A questo proposito, togliendosi il cappello, sono da ricordare: il capitano Bozzelli ed i suoi uomini (200) , che si fecero massacrare sul Volturno, piuttosto che ripiegare (7); gli sfortunati difensori di Gaeta, che diedero prova di grande eroismo; gli eroici difensori di Civitella del Tronto e quelli della rocca di Messina.
E’ da considerare vile la decisione del sanguinario Cialdini nel rifiutare la tregua per concordare l’armistizio ed anche dopo la firma continuò a far sparare sulla città, dove la regina Maria Sofia, rischiando la vita, portava soccorso alle vittime “di quell’infame sterminio, determinato dall’odio verso chi era colpevole solo di essersi difeso” (8).
Gli storici di regime condannano i soldati del Sud, perché combatterono per i Borbone, ma quando lo fecero per i Savoia erano dei bravi combattenti.
Ipocriti!!! Ho sempre scritto che i Borbone avevano le loro colpe, non erano migliori, ma nemmeno peggiori degli altri monarchi, furono governanti del loro tempo, di un tempo in cui le monarchie erano quasi tutte assolute, ma la loro era più paternalistica che opportunistica e la libertà sarebbe venuta e certamente non quella voluta dai Savoiardi.
Cosa dire di Carlo Alberto e degli altri re che lo seguirono che ingannarono la maggior parte degli Italiani del Sud, promettendo libertà, ma di che cosa? forse di non opporsi ai Savoia.
Quella libertà promessa si trasformò in repressioni piemontesi dei partigiani del Sud. Con l’unità d’Italia, scrisse il De Villefranche (9), nei primi mesi del 1861, nonostante il falso e manipolato plebiscito del Pallavicini (10), i paesi insorti furono 1. 428, i fucilati 9. 860, i feriti 10. 604, le case incendiate 918, i comuni completamente rasi al suolo sei, 40donne e 60 bambini uccisi e 13. 629 cittadini arrestati per reati di opinione (11) . Le vittime della resistenza ai Savoiardi, come scrive lo Smith, fu superiore a quelle di tutte le guerre del risorgimento messe insieme (12). E poi gli storici di regime, con una bella faccia tosta, parlano di repressione Borbonica!
Nel suo programma di Gaeta, Francesco II ecco cosa disse all’inizio della dominazione dei Piemontesi nel Mezzogiorno: -“Vedete la situazione che presenta il Paese. Le finanze sì fiorenti, sono completamente ruinate. Le prigioni son piene di sospetti, in luogo della libertà lo stato di assedio…. . e un generale straniero decreta le fucilazioni istantanee per tutti quelli dei miei sudditi che non si inchinano alla bandiera di Sardegna!…. . In luogo delle libere istituzioni che vi avevo date e che desideravo sviluppare, avete avuto la dittatura più sfrenata, e la legge marziale sostituisce ora la Costituzione!…. “. (13)
Sotto il governo savoiardo ci furono le infamanti cannonate di Bava-Beccaris ed iniziò la grande emigrazione, cosa mai avvenuto sotto il governo dei Borbone, il cui Regno era più florido di quello dei Savoia, che succhiarono ricchezze dal Sud, accumulatesi con due secoli di buona amministrazione ed esportarono come moneta di cambio fame, miseria e fucilazioni “liberali” (14) .
Tutte queste belle cose stanno venendo fuori per l’opera di studiosi dei Borbone e stanno evidenziando che la profonda decadenza del Sud è stata voluta dai governi dell’unità. Concludo il mio articolo, riportando alcuni passi di studiosi che hanno sostenuto l’unità d’Italia e non certamente il governo Borbonico.
Giustino Fortunato a Pasquale Villari (2-IX-1899) : -“L’unità d’Italia (…. . ) è stata, purtroppo, la nostra rovina economica. Noi eravamo, nel 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L’unità ci ha perduti. E come se questo non bastasse, è provato, contrariamente all’opinione di tutti, che lo Stato italiano profonde i suoi benefici finanziari alle province settentrionali in misura ben maggiore che nelle meridionali (…. . ) “.
Gaetano Salvemini (1900) : -“Sull’unità d’Italia il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata (…. . ) è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone (…. . ) “.
Giustino Fortunato a Benedetto Croce: -“Non disdico il mio “unitarismo”. Ho modificato soltanto il mio giudizio sugli industriali del Nord. Sono dei porci più porci dei maggiori porci nostri. E la mia visione pessimistica è completa”.
Giuseppe Garibaldi ad Adelaide Cairoli (1868) : -“Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili: Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio”.
Antonio Gramsci (da “Ordine Nuovo” 1920) : -“Lo stato italiano (leggasi sabaudo) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti”.
Giacinto de’Sivo (da “Storia delle Due Sicilie”) : -“La Patria nostra era il sorriso del Signore. /La Provvidenza/la faceva abbondante e prospera, /lieta e tranquilla, gaia e bella, /aveva leggi sapienti, morigerati costumi/e pienezza di vita, /aveva esercito, flotta, /strade, industrie, opifici, /templi e regge meravigliose, /aveva un sovrano nato napoletano/e dal cuore napoletano. /L’invidia, l’ateismo e l’ambizione/congiurarono insieme per abbatterla e spogliarla”.
Caro lettore, mi rivolgo a te, consigliandoti di leggere, se hai tempo, la Storia in modo obiettivo, per poter scorgere al di là delle deformazioni, la Verità, riscoprendo, così, la nostra storia, quella che ci fa onore e ci fa essere orgogliosi di essere meridionali.
Bibliografia.
1. ALIANELLO, “La conquista del Sud”-“In quel tempo, delle due uniche zone industriali d’Italia, il Piemonte e il Napoletano, il Regno di Napoli era incontestabilmente il più florido”.
2. Per saperne di più consultare: ANONINMO, “I Napoletani al cospetto delle nazioni civili “; BIANCO DI S. J., “Il brigantaggio alla frontiera pontificia”; PE
DIO, “Reazione alla politica piemontese ed origine del brigantaggio in Basilicata”; AA.VV., “La storia proibita-Quando i Piemontesi invasero il Sud” ; FULVIO IZZO, “I lager dei Savoia-Storia infame del Risorgimento nei campi di concentramento per meridionali”; SALVATORE SCARPINO”Indietro Savoia!-Briganti nel Sud”; LORENZO DEL BOCCA, “Maledetti Savoia”; ANGELA PELLICCIARI, “Risorgimento da riscrivere”; MARIA ROSA CUTRUFELLI, “L’unità d’Italia-Guerra contadina e nascita del sottosviluppo del Sud”; LUCIO BARONE, “Noi meridionali”; GIUSEPPE CAMPOLIETI, “Il re bomba”; ANTONIO CIANO, “I Savoia e il massacro del Sud”; TEODORO SALZILLO, “1860-61 l’assedio di Gaeta”; EDOARDO SPAGNUOLO, “La rivolta di Montefalcione-Storia di un’insurrezione popolare durante l’occupazione piemontese”; ULDERICO NISTICÒ, “Prontuario oscurantista”; ALFONSO D’AMBROSIO, “Vito Nicola Nunziante-Generale Borbonico”; ANGELO MANNA, “Briganti furono loro-Quegli assassini dei fratelli d’Italia”, ANTONIO PADOVANO, “Il sogno e la ragione.
3. ALIANELLO, op.cit.
4. . ALIANELLO, op. cit.
5. . ALIANELLO, op.cit.
6. . F. IZZO, “I lager dei Savoia”.
7. . ALIANELLO, op. cit.
8. . ALIANELLO, op. cit.
9. . DE VILLEFRANCHE, ” Pio IV”- ALIANELLO, op. cit.
10. . FERNERARI, “La monarchia di Napoli”.
11. . ALIANELLO, op. cit.
12. . ALIANELLO, op. cit.
13. . ALIANELLO, op. cit.
14. . ALIANELLO, op. cit.
Sono state consultate, inoltre, le seguenti riviste:
• Rassegna storica salernitana
• Studi meridionali
• Calabria letteraria
• Il Picentino
• Due Sicilie
• La Nazione Napoletana
• L’Alfiere
• La Regione Calabria-l’emigrazione
• Bollettino Storico di Salerno Principato Citra
• Rassegna storica Lucana
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