I Savoia chiedono scusa

I SAVOIA

di Claudio Aureli

Emanuele Filiberto di Savoia chiede scusa alla comunità ebraica per le leggi razziali sottoscritte dai suoi antenati. Gesto nobile, ma insufficiente. I Savoia dovrebbero chiedere perdono almeno per altre tre ragioni di seguito chiarite.

Gli storici revisionisti descrivono i veri fatti concernenti il Risorgimento, facendo accapponare la pelle del lettore. I Savoia hanno depredato, impoverito e massacrato il Sud, trasferendo le sue copiose ricchezze nel misero Nord. Il Piemonte, in modo particolare, era sull’orlo della bancarotta. Interi paesi sono stati rasi al suolo per combattere il cosiddetto Brigantaggio, ovvero la Resistenza del Sud contro gli invasori savoiardi che non avevano dichiarato nessuna guerra. Dal 1861, le aree del Sud sono diventate e rimaste tuttora colonie del Nord.
Siamo entrati in guerra nel 1915 dopo aver furbescamente tradito l’Austria, al fine di ottenere le colonie promesse da Francia e Inghilterra, mai ricevute.

Gran parte dei partiti politici dell’epoca e della popolazione erano contrari all’intervento armato. In sintesi, la Grande Guerra, voluta dai Savoia, ha prodotto questi risultati: 650.000 giovani vite spezzate; vertiginosi debiti; un’intera nazione affamata; occupazione di due soli lembi di terra (provincia di Bolzano e Quarnaro, poi restituito alla Jugoslavia). FIAT, Ansaldo ed altre società, principalmente del Nord, hanno ricevuto sostanziose commesse mentre i nostri nonni morivano in trincea. Infine, come se non bastasse, il treno che da Aquileia trasferiva a Roma la Salma del Milite Ignoto ha percorso un tragitto che trascurava completamente le regioni del Sud, che avevano inviato al fonte circa il 50% dei soldati mobilitati.

Durante il secondo conflitto mondiale, il Re ed altri personaggi politici sono fuggiti da Roma lasciando l’esercito privo di precisi ordini. I massacri avvenuti a Cefalonia e in altre località gridano vendetta. Tralascio volutamente le vittime italiane di questa seconda guerra mondiale e le numerose tragedie vissute da altri popoli per causa nostra.

Leggo nei libri scritti da alcuni storici, che prima del definitivo saluto dell’ultimo Re, Umberto II di Savoia, sono partiti da Roma diversi treni per la Svizzera. Se i fatti sono veri, cosa contenevano i vagoni? Il simpatico Emanuele Filiberto di Savoia, sicuramente sincero e privo di colpe, non può soffermarsi solo sulla delicatissima questione ebraica, come se il resto fosse stato già condonato.

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