Il Real Sito del Carditello: una dolorosa storia di degrado e di incapacità politica

La tenuta

la reggia borbonica
Carditello, vendita vicina
Spariscono pure i cancelli

Nuovi raid vandalici. Cimmino: noi disperati
E intanto giovedì c’è la nuova asta per il real sito
CASERTA — Nuova asta pubblica dopodomani per la vendita del Real sito di Carditello. Venti giorni dopo l’ultima andata deserta. Venti giorni trascorsi invano perché nulla è accaduto in questo periodo. Nonostante gli appelli di associazioni, cittadini, uomini di cultura, da un lato, e le dichiarazioni di disponibilità di Regione, Camera di Commercio e Provincia di Caserta, dall’altro, nessuno dei propositi manifestati ha prodotto risultati e le promesse e le rassicurazioni sono rimaste tali. Insomma, la politica locale, e specificatamente la Regione – che potrebbe ancora, solo con una lettera di impegno così come richiesto da tutti – evitare la vendita e, con questa, il rischio che il bene finisca chissà in quali mani, latita. Nel frattempo, il monumento cade a pezzi. Solo qualche giorno fa, infatti, è avvenuto un ulteriore raid vandalico. I soliti ignoti hanno rubato i cavi di rame dell’impianto elettrico e addirittura i cancelli della piccola reggia.
Incursioni facilitate dall’assenza del servizio di vigilanza, assicurato in questo periodo dal custode giudiziario che si occupa del sito su nomina del tribunale, e sospeso da settembre, per mancanza di disponibilità finanziarie. Così, dopo i furti con i quali sono stati asportati parte dello scalone, porzioni di dipinti, caminetti, marmi, e dopo gli incendi, i crolli dei solai e dei tetti, la cenerentola fra i siti borbonici sta per diventare un cumulo di macerie. Peraltro, la situazione debitoria del Consorzio di Bonifica, proprietario del Real sito, si è ulteriormente aggravata. Recentemente, infatti, alle richieste della Sga, la società di recupero crediti del Banco di Napoli, l’istituzione verso la quale il Consorzio è più fortemente indebitato, si sono aggiunte quelle di altri creditori che vantano, però, piccoli importi.
Una novità che complica le cose, perché dopo aver incassato la disponibilità della Sga ad accontentarsi di un risarcimento meno penalizzante per il Consorzio, ora bisognerà trovare l’accordo anche con tutti questi altri soggetti. Insomma, sembra che il destino dell’edificio sia ormai segnato, fra l’incuria, l’insensibilità, l’indifferenza generale, mentre si attende l’asta, che, per la verità, si prevede deserta anche a causa della crisi. Con i tempi che corrono e il mercato immobiliare fermo, infatti, è difficile ci sia un compratore capace di pagare 20 milioni di euro. Ma dalla prossima asta, il prezzo del bene verrà abbattuto del 25 per cento rendendone più conveniente l’acquisto.
Allora, per lo sconforto e la disperazione, il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, provocatoriamente arriva a sperare, disilluso e rassegnato, in un compratore garantito e garantista: «Ma vengano pure i cinesi, chissà, basta che si trovi finalmente la strada – dice – per evitare la sicura e definitiva distruzione di questo pregevole e sfortunato gioiello di architettura e storia».
Lidia Luberto
FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
8.11.2011
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