Un film fatto in casa sul Brigante Pizzichicchio



Un film sul brigante 
nato a San Marzano

di 
Mimmo Mazza 

San Marzano di San Giuseppe non è solo la terra del vino buono o il paese dove riscoprire la cultura albanofona, ascoltando i più anziani parlare tra di loro in arbreshe, la lingua parlata nel 1500 in Albania dalle donne e dagli uomini che, per sfuggire all’invasione turca, attraversarono l’Adriatico per ripopolare San Marzano, un casale in stato di abbandono. San Marzano ha dato i natali anche a Cosimo Mazzeo, il brigante meglio noto come Pizzichicchio, uno dei personaggi più noti in quella che era la Terra d’Otranto. Nelle campagne di San Marzano è ancora visitabile l’antico trullo, da queste parti chiamato pagliaro, da Pizzichicchio utilizzato per sfuggire all’arresto. 

A ricordare le gesta del brigante, senza intenti agiografici ma soltanto per raccontare la sua storia, sono stati di recente Tony Zecca e Mino Chetta, due sanmarzanesi che hanno fatto da registi ad un film amatoriale dal titolo «Cosimo Mazzeo, una storia italiana». Il lungometraggio ha una durata di 1 ora e 20 minuti circa, è stato realizzato interamente a San Marzano con attori e comparse del paese, è parlato in lingua dialettale come si parlava un tempo, le immagini sono tutte in bianco e nero. Il film tratta una storia vera accaduta nel periodo dell’Unità d’Italia (1861) in Terra d’Otranto. Chi ha visto l’opera ha dichiarato che è una bella storia, forte, drammatica e commovente allo stesso tempo, insegna a capire la storia del Sud Italia. 

Pizzichicchio nacque nel 1837 a San Marzano da Maria Friolo e Pasquale Mazzeo. Già soldato borbonico, sempre fedele a re Francesco II, al suo congedo, nel dicembre del 1860, fece rientro a San Marzano, non accettando la prospettiva dell’unità d’Italia. Creò quindi una sua banda per difendere la Terra d’Otranto dai Piemontesi, visti come invasori del Sud. Dopo un periodo di latitanza, venne rintracciato e arrestato. Nel 1864 fu fucilato dalla corte marziale del tribunale militare di Potenza. Aveva solo 27 anni. «Non abbiamo girato il film – dicono gli autori, che hanno promosso una serie di proiezioni in giro per il Salento, partendo proprio da San Marzano – per elogiare ideologie politiche a favore della divisione Nord-Sud, né tantomeno volevamo fare un elogio al fenomeno del brigantaggio. Volevamo, questo sì, raccontare la storia di Pizzichicchio, figlio della nostra terra, un figlio spesso dimenticato se non addirittura denigrato». 


FONTE: GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO





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