Napoli – Juventus, una sfida infinita

Le sfide con la Juventus, per i tifosi del Napoli, hanno sempre rappresentato qualcosa in più di una semplice partita di calcio, lo testimonia il fatto che le stesse società calcistiche nelle precedenti occasioni in cui si sono incontrate, nei giorni che hanno preceduto gli incontri e, tal volta, nell’immediato post partita, si sono spesso “punzecchiate” e non sono mancati gli strascichi polemici.
Ma specialmente in questi ultimi anni e cioè da quando un riscoperto orgoglio identitario ha fatto capolino anche dagli spalti del San Paolo, con bandiere, simboli e quant’altro, la partita con “l’odiata vecchia signora” ha assunto il sapore della rivalsa, per quanto ci fecero (cito Pino Aprile) “ I fratelli d’Italia scesi dal nord”.
Devo dire che quest’ultimo match è stato sentito in modo particolare, oltre che dai napoletani appassionati, come sempre, anche dalla tifoseria ospite e dalla dirigenza bianconera, che negli anni ha perso quello “stile Juve” che un tempo tanto ostentava e decantava.
Già prima della gara ha provocato la collera di molti tifosi partenopei una foto apparsa in rete e che, in breve, ha fatto il giro del web. Foto in cui i supporters juventini, in viaggio verso Napoli per assistere alla gara, si erano fatti ritrarre con delle mascherine al volto, in una chiara insinuazione sul fatto che Napoli possa essere una città maleodorante.

Nel post partita, poi, si sono aggiunte le polemiche scatenate dalle dichiarazioni del dirigente juventino Giuseppe Marotta: «Preoccupati per il campionato? Preoccupazione zero, è vero che abbiamo commesso un passo falso durante un cammino straordinario, ma ci ha stupito l’euforia del Napoli dopo la vittoria, un’enfasi quasi da squadra provinciale vissuta come una vittoria di uno scudetto. E’ stato molto riduttivo del blasone del Napoli».
Così, domenica scorsa (30/03/2014),  mentre mio fratello ascoltava alla radio la cronaca della partita, dai suoi commenti mi arrivavano involontariamente informazioni sulle varie fasi della gara, di tanto in tanto qualche vicino gli faceva eco, poi i due boati di giubilo a sottolineare le due reti con le quali il Napoli ha battuto i bianconeri. 
Come detto, la sfida era molto sentita, così, mentre si svolgeva la gara mi sono tornate in mente alcune partite del passato, che ho vissuto in prima persona o che mi sono state tramandate dai racconti di un caro vecchio amico, e le polemiche, le provocazioni che le hanno caratterizzate. Ad esempio ricordo che prima  della partita 3/11/85,  ci furono delle provocazioni dell’allora portiere bianconero Stefano Tacconi, all’indirizzo di Diego Maradona… “Chi me l’ha fatto fare”, avrà pensato poi il malcapitato portiere.
Ricordo era la nona di campionato, la Juve fino a quel momento aveva  sempre vinto, il San Paolo tutto esaurito era una bolgia, il Napoli aveva dominato quella partita ma non riusciva a sbloccare il risultato e tutto lasciava presupporre che la gara sarebbe terminata a reti bianche, ma a pochi minuti dal termine un fallo su Bertoni e di conseguenza una punizione a due in area, ad incaricarsene fu Maradona che a 14 metri dalla porta di Tacconi e con la barriera a meno dei 9 metri regolamentari riuscì a scavalcare la stessa e a insaccare la palla all’incrocio dei pali, nel punto più lontano rispetto al piazzamento del portiere juventino.
Altra memorabile sfida è senz’altro quella del campionato successivo, questa volta la Juve fu sconfitta in casa nel suo stadio, il vecchio comunale, ricordo che io e mio fratello stavamo ascoltando la cronaca alla radio (all’epoca non c’erano ancora le pay tv) ma quando lo juventino Laudrup segnò il gol dell’uno a zero mio fratello per rabbia la spense, ma la riaccese giusto in tempo per sentire del gol del pareggio di Moreno Farrario al quale seguirono i gol di Bruno Giordano e Giuseppe Volpecina che pochi minuti prima era entrato in campo, erano ben ventinove anni che il Napoli non riusciva ad espugnare lo stadio bianconero, l’indomani alcuni quotidiani titolarono “La presa di Torino”.
Ma la partita alla quale più di tutte avrei voluto assistere dal vivo è quella del 20/04/1958. Prima di parlarvene però, devo tornare al presente, alle polemiche di cui sopra e al fatto che domenica sera dopo la gara ho acceso la tv per guardare gli highlights, e per godermi la vittoria, ma anche per vedere se avessero parlato della foto dei tifosi juventini fatta durante il viaggio verso Napoli. Niente, nemmeno una parola, in compenso è stato dato ampio spazio alla contestazione di alcuni tifosi del Napoli che, stando alle parole del cronista, hanno aggredito il bus che trasportava la squadra bianconera, lanciando al suo indirizzo, cito testualmente, “di tutto”… Naturalmente ci sono rimasto male, certi atteggiamenti non sono tollerabili, però quando ho visto le immagini, che ho voluto poi cercare in rete per rivederle, non mi è sembrato di aver visto lanciare questo “di tutto”, espressione che nell’immaginario collettivo può stare a significare sassi, bottiglie, spranghe di ferro e magari qualche scarpa, invece niente di tutto questo, le uniche cose che ho visto volare verso il bus della Juve sono state un paio di riviste arrotolate. Si è parlato anche di un lancio di uova, che nemmeno ho visto.
Stando sempre alle parole del cronista, gli intemperanti erano un migliaio, (ne ho contati molti di meno), tra i quali c’erano anche donne e bambini, alla fine addirittura la polizia è dovuta ricorrere a una carica per disperderli…
La polizia che era si presente, come è logico che sia in certe occasioni, ma che, sempre dalle immagini di cui sopra, svolgeva normali mansioni dettate dal caso, in pratica gli agenti facevano da cordone umano per lasciar passare il bus della squadra ospite.
In conclusione, sempre lo stesso cronista ha parlato di un lancio di petardi all’interno dello stadio, mentre era in fase di svolgimento la gara, verso il settore che ospitava i tifosi bianconeri, aggiungendo, cito testualmente, “episodi di questo tipo da queste parti si vedono troppo spesso”.
Tornando alla cronaca della partita del 20/04/1958, forse non tutti sanno cosa accadde di tanto significativo in quella gara. Ho provato a ricostruire le fasi di quella gara dai racconti e dalle cronache del tempo.
Racconta Ottavio Bugatti portiere e capitano di quel Napoli: “in città si respirava un clima particolare. Un’autentica febbre, nessuno voleva mancare. Così la domenica, molta più gente di quanto lo stadio potesse contenerne si precipitò al Vomero. Lo stadio era già stracolmo e la gente finì col premere sui cancelli, e si trovò così in mezzo al campo. L’arbitro Concetto Lo Bello decise di far giocare regolarmente la partita. Solo, prima dell’inizio, chiamò me, capitano del Napoli e quello della Juventus, con noi si avvicinò agli invasori e disse “alla minima intemperanza sospendo tutto”. Erano circa quattromila gli…infiltrati. “Vincemmo noi”, ricorda ancora Bugatti, “con una sequenza di reti mozzafiato e con un gol, quello di Bertuccio, segnato praticamente all’ultimo minuto, quando la Juve non aveva più modo di rimontare”. In quel Napoli, oltre al bravissimo Bugatti, che si guadagnò la maglia della nazionale “pur giocando nel Napoli”, c’erano Luis Vinicio, soprannominato ‘O Lione, e Bruno Pesaola per tutti il Petisso (a causa della bassa statura), personaggi che hanno scritto pagine di storia del calcio napoletano prima come calciatori e poi come allenatori. 


Napoli 20.04.1958


Al termine della gara i quattromila imbucati invasero pacificamente il terreno di gioco per portare in trionfo i loro beniamini, sotto gli occhi di un attonito Omar Sivori che, da li a qualche anno avrebbe occupato un posto speciale nei cuori di quei tifosi, e che ebbe modo di ricordare spesso in seguito quelle scene sottolineando, oltre al grande amore, anche la straordinaria correttezza di quei napoletani.
Conoscere la storia, anche di una squadra, può servire al giornalista ad essere più imparziale, al dirigente sportivo per capire il senso di tanta gioia dei tifosi napoletani e, chissà, forse potrebbe insegnare un po’ di etica comportamentale (perfino) a quei tifosi juventini (piemontesi e non) che hanno indossato le mascherine.
Per chi lo desidera, allego il video dei fatti salienti della gara del 20/04/1958:

https://www.youtube.com/watch?v=4zYJVCttp3g 

Francesco De Crescenzo




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