LA BONIFICA DEI REGI LAGNI

I REGI LAGNI
di
Virginia Vessa
I regi lagni costituiscono una grande, illuminata e meritoria opera di ingegneria idraulica, che, per importanza, grandiosità e innovativa concezione, rappresentarono nel 1610 una delle più importanti opere  in tutto il Regno di Napoli (le prime opere per regolarizzare le acque del fiume Clanio, però, risalgono al 1539).
Furono costruiti nel giro di 6 anni, dal 1610 al 1616, in tutto il territorio, circostante al Vesuvio e fino al Volturno, che oggi ricade nelle province di Napoli, Salerno e Caserta, e furono continuamente potenziati nel corso dei secoli con nuovi canali, nuove cadute, nuovi percorsi di aggiramento degli abitati, nuove diramazioni, per migliorare l’irrigazione dei campi e per meglio alimentare i numerosi mulini ad acqua diffusi nella zona soprattutto nel territorio di Torre Annunziata. (Per questo motivo sono indotta a pensare che alcuni dei canali captassero continuamente l’acqua dall’interno della montagna attraverso perforazioni che, nel tempo e per qualche motivo, sono state otturate). A ridosso dei monti circostanti avevano anche il compito di proteggere gli abitati intercettando trasversalmente l’acqua dagli impluvi della montagna per dirottarla e per annullarne o ridurne gli effetti talvolta devastanti
Infatti se si osserva l’evoluzione storica dell’abitato di Siano, si nota che nel ‘600 (quando i Borbone iniziarono l’opera), ben due canali, notevolmente distanziati e paralleli fra di loro e con capienti vasche di espansione lontane dall’abitato di allora, furono costruiti trasversalmente ai piedi della montagna, a protezione dell’interno abitato, per intercettare una prima ed una seconda volta, appunto, le acque provenienti dagli impluvi naturali. Con la crescita dell’abitato il canale più a valle fu coperto da una strada pur conservando al di sotto la funzione di trasporto delle acque di superficie, e l’altro, più a monte, fu presto raggiunto da nuove e sempre più numerose abitazioni. Oggi alcune di esse sono anche oltre questo canale.
Ed è nelle abitazioni a ridosso della montagna e di questo primo canale, che, a causa dello sfondamento delle pareti ad opera di tronchi e di massi, si sono avute le 5 vittime di Siano.
Era venuta a mancare la funzione propria dell’opera di ristrutturazione fatta dai Borbone!
Analoghe situazioni si hanno negli altri comuni colpiti; addirittura l’ospedale di Sarno è sorto su uno dei canali diventando bersaglio naturale delle acque naturalmente convogliate su di essi. L’ipotesi che i detriti accumulati nei canali per cattiva manutenzione abbiano determinato la tragedia è da scartare, secondo me, perchè, pur riducendone la portata, non ne annullano la capacita di convogliamento delle acque, e poichè gli scempi del maggio 1998 sono cominciati da 800 e 600 m di quota dove i canali non arrivano (e le vittime si sono avute quasi sempre a monte degli abitati, come a Siano) il loro stato di manutenzione, pur deprecabile, è ininfluente sulle cause dell’alluvione, che sono endogene e non esogene.
Il vasto bacino della Bonifica
Gli antichi canali di bonifica

I bacini di raccolta e deflusso

Area bonificata

La bonifica oggi

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