Acquedotto borbonico a Formia

Mola e Castellone erano due comuni confinanti situati rispettivamente sul mare ed a mezza costa a pochi chilometri da Gaeta che, poi, uniti formarono l’attuale Formia. 
Collocati alla base di un pendio montano molto scosceso, ebbero da sempre problematiche idrauliche sia a causa delle violente dilavazioni delle acque reflue, nel corso dei temporali, e sia per il deposito delle acque destinate alle abitazioni. Attraverso un sistema di vasi comunicanti, vennero realizzate in più punti dei due centri urbani alcune cisterne di decantazione e raccolta delle acque piovane sulle quali, poi, furono ricavate delle piazze accuratamente pavimentate. Un capolavoro di ingegneria idraulica ad impatto zero.
Nonostante ci fosse notizia di questo formidabile impianto idraulico di cui altre parti emergono sulla costa, mai nessuna autorità statale o comunale si era impegnata a promuovere un sopralluogo. Finché l’anno scorso, a Piazza Santa Teresa, fu divelto accidentalmente un tombino di basalto, scoprendo la volta della cisterna inferiore.
Oggi, finalmente, l’esplorazione completa del sito e le foto di questa meraviglia d’ingegneria idraulica che, nonostante i suoi secoli, sembra essere stata realizzata l’altro ieri.
Un grazie al nostro compatriota Daniele Iadicicco che ci ha fatto partecipi dell’avvenimento, fornendoci notizie e foto.

Castellone

Mola (in alto a destra Castellone)
La cisterna borbonica

FORMIA – La commissione Cultura in sopralluogo alla cisterna sottostante piazza Marconi.

L’esordio accende i riflettori sull’obiettivo primario: riqualificare i siti archeologici e metterli a disposizione della città. I componenti della commissione consiliare alla Cultura, riuniti per la prima volta in modo informale, con l’assessore e vicesindaco Maria Rita Manzo, sono scesi nella Formia sotterranea a visitare la cisterna sottostante piazza Marconi. Scortata dalla Protezione Civile, la commissione presieduta dal consigliere Giovanni Valerio è scesa attraverso il tombino ed ha effettuato un sopralluogo per una presa di cognizione sullo stato del sito e per valutare gli interventi da compiere nell’ottica di un suo pronto recupero. Il ritrovamento della cisterna, prolungamento del sagrato della chiesa di Santa Teresa edificata nella prima metà del Settecento, avvenne per puro caso, durante l’allestimento della pista di pattinaggio per le vacanze natalizie. Spostando i vasi che costellano piazza Marconi, meglio nota come piazza Santa Teresa, un tombino saltò. La Protezione Civile si calò scoprendo degli scalini sotterranei. I muri rivestiti di intonaco impermeabile a cocciopesto sono realizzati in mattoni. Sarà fondamentale procedere ad una datazione del sito. Poi si cercheranno le risorse per recuperarlo e destinarlo alla pubblica fruizione. 
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