Accadde a Napoli un 7 settembre

(quando furono “inventati” i Neoborbonici)
Il 7 settembre del 1860 arrivava a Napoli Garibaldi: l’inizio della fine per la capitale e per il Regno delle Due Sicilie. 
Il 7 settembre del 1993 nasceva a Napoli, proprio per contro-celebrare quell’arrivo, il Movimento Neoborbonico. 

Dopo gli studi effettuati soprattutto presso l’Archivio di Stato di Napoli, mi resi conto che bisognava iniziare a divulgare molte verità nascoste a proposito delle condizioni del Regno delle Due Sicilie e del processo di unificazione: iniziai a raccogliere i nomi di quelli che scrivevano lettere “borboniche” ai quotidiani sotto gli uffici telefonici della stazione (all’epoca internet sembrava fantascienza) e a chiamarli: tra gli altri rintracciai lo scrittore Riccardo Pazzaglia dopo aver visto una sua commedia ricca di verità storiche (“Ritornati dal passato”, con il titolo del bellissimo inno che avrebbe composto sulle note di Paisiello) e Riccardo mi “regalò” un articolo di domenica nella sua rubrica sul ‘il Mattino’ fornendo i miei recapiti a chi fosse interessato a controcelebrare, il 7 settembre; l’arrivo di Garibaldi a Napoli in una serata in nostra compagnia al Borgo Marinaro. 
Da quella domenica, quasi all’alba, a oggi, il mio telefono non ha mai smesso di suonare: dovevano essere in 70 e si presentarono in 400 tra bandiere borboniche riapparse dopo un secolo e mezzo, tv e quotidiani nazionali, compresa la BBC. Nacque così l’idea di un movimento culturale, il Movimento Neoborbonico con statuto e sede e alcuni obiettivi forti e chiari: ricostruire la storia di Napoli e del Sud, ricostruire radici, identità e l’orgoglio di essere meridionali. 
Grazie al lavoro di quanti, vecchi e nuovi, in tutti questi anni, ci hanno accompagnato e ci accompagnano, in questo percorso, grazie ai compatrioti del nuovo, compatto e determinatissimo Direttivo, siamo e restiamo il più antico, attivo e diffuso movimento borbonico/meridionalista. 
Anche per questo il “7 settembre”, per tutti noi, non è più solo una data da cancellare nel calendario della nostra memoria storica (anche in vista del nostro ventennale, vero “miracolo” nel panorama dell’associazionismo non solo italiano…).

Gennaro De Crescenzo




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