Sull’eccidio di Pontelandolfo e Casalduni
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La messa in scena del lavoro teatrale avviene in un clima di celebrazione corale. I suggestivi canti, con testi e musiche di Angelo Manna, fanno da sfondo e da contorno all’azione che si svolge parzialmente anche in platea, tra il pubblico.
L’attenta regia di Antonino Laudicina cadenza con maestria l’avvicendamento delle scene e modula opportunamente la recitazione dei singoli, riuscendo ad esaltare le caratteristiche interpretative di ognuno degli attori.
L’opera è un mirabile esempio di teatro civile, una vibrante denuncia per riaffermare il diritto alla propria memoria, per far conoscere ciò che era destinato a restare ignoto, per fare luce su verità scomode che per oltre un secolo erano restate accuratamente nascoste. È la fiera rivendicazione della propria storia finalmente raccontata al di fuori della narrazione ufficiale, per tramandare il ricordo delle tragedie – rese crudelmente inconfessabili – che hanno segnato l’esistenza dei nostri antenati, scavando profonde ferite nelle popolazioni che abitavano le contrade del regno dei Borbone.
La Compagnia di Antonino portò in scena ’O juorno ‘e San Michele una prima volta dal 17 al 19 aprile del 2015, sempre al Teatro Immacolata al Vomero, in via Francesco Nuvolo n. 9 (i gradini di piazza dell’Immacolata). Rispetto a quella prima edizione, alla rappresentazione di quest’anno si aggiunge un canto di Eddy Napoli.
Occorre lanciare un messaggio chiaro: si solleciti la vibrante indignazione, l’indomito anelito di riscatto affinché vengano ricusate sdegnosamente onorificenze alla memoria per rivendicare meritati riconoscimenti al valore.