La Terra dei Borbone a Lucera

Una due giorni importante nelle Puglie continuando i successi delle intensissime attività dell’Associazione Daunia Due Sicilie e della delegazione di Capitanata e per le Puglie del Movimento Neoborbonico. 
DOMENICA 23 MARZO ore 18.30 Auditorium Croce Blu di via Verdi 2 a Lucera (Fg), film e dibattito “La terra dei Borbone, La vera storia del Sud mai raccontata” (ingresso libero) a cura di Associazione Pro Loco Lucera, Associazione Daunia Due Sicilie e Movimento Neoborbonico, Puglie. 
MARTEDI’ 25 MARZO, Liceo Poerio a Foggia, ore 10.15, conferenza e proiezione a cura di Pino Marino e Daunia Due Sicilie. 
Due appuntamenti utili per incontrare i rappresentanti del Movimento Neoborbonico e del “Parlamento delle Due Sicilie” (parlamentoduesicilie.it). Due appuntamenti importanti (il secondo tra i ragazzi del prestigioso liceo foggiano) su temi quanto mai attuali e quanto mai utili per il Sud di domani.
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Colori Sapori & Saperi a Isoletta D'Arce

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Gaeta – Vivi l'Arte



“Portus Caietae celeberrimus atque plenissimus navium”, “Il porto di Gaeta famosissimo e ricchissimo di navi”: così già Cicerone nel 66 a.C. definiva la nostra bella e antica Città, a testimonianza di quanto lunga ed importante sia la sua storia. Teatro di traffici commerciali e scambi culturali, le sue strade e le sue mura sono ricche delle innumerevoli tracce di un grandioso passato. Gaeta vanta uno sviluppo storico di straordinaria rilevanza, che parte dalle età più remote, dalla preistoria al mondo romano, che hanno lasciato ampie testimonianze nel panorama cittadino; raggiunge altissimi livelli durante il periodo medievale e quello delle dominazioni angioina (orizzonte in cui si data la citazione di Gaeta nell’Inferno dantesco) ed aragonese, durante i quali la Città si è arricchita dei suoi più importanti tesori artistici ed architettonici; arriva, infine, a scrivere pagine di enorme importanza sia durante la dominazione spagnola sia nel Regno dei Borbone, momento in cui cala definitivamente il sipario in tutto il sud Italia.
Oggi è importante valorizzare questo patrimonio artistico e culturale, diffonderne la conoscenza, rendergli l’onore che la lunga storia e la grande ricchezza che Gaeta possiede meritano da ciascuno di noi.






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E' solo questione di civiltà

Osservare il comportamento allo stadio dei “popoli” è come leggere il resoconto di  uno psicanalista. La massa scatenata si libera e dà il meglio (per modo di dire) di se stessa: tutto ciò che è represso esce fuori senza mediazioni e senza pudori. In queste condizioni non conta lo status sociale o economico, non c’entra nemmeno il livello di istruzione, c’entra la cultura, la tradizione e la civiltà che si porta dentro. Chi, come i tifosi napoletani, è portatore di una cultura antica, fondata sulla civiltà della tolleranza e del rispetto, è disposto a sopportare con dignità ogni offesa e mortificazione, perdonando con umile superiorità chi non sa quello che dice perché di cultura non adeguata per comprendere i valori umani e morali del Popolo delle Due Sicilie.
Il bellissimo racconto del compatriota Francesco è veramente emblematico e conferma che nemmeno i 153 anni di maladominazione chiamata unità, sono riusciti a scalfire la nostra cultura dell’amore.




QUANDO E’ IL CALCIO A SOTTOLINEARE CERTE DIFFERENZE


Quando ripenso alla mia infanzia, riaffiorano i miei ricordi più cari legati a mio padre. Ripenso ai suoi insegnamenti, alle lunghe chiacchierate a alla grande pazienza che aveva nel rispondere alle mie innumerevoli domande. Da lui ho imparato molte cose, e dei suoi insegnamenti ancora oggi faccio tesoro. La sua unica vera passione era il calcio, era tifoso del Napoli, ma un tifoso atipico, diverso dai tanti scalmanati che oggi si dicono tifosi ma che di calcio non capiscono proprio niente. Atipico perché viveva si il calcio con il trasporto e la passione che noi napoletani ben conosciamo, ma allo stesso tempo con la capacità critica e quel dovuto distacco necessari per analizzare sportivamente l’esito di una gara, il rendimento di un calciatore, la prestazione di un direttore di gara.
Insomma se il Napoli perdeva per suoi demeriti lo diceva senza mezzi termini, senza accampare scuse, e senza dare la colpa all’arbitro, agli avversari o alla cattiva sorte, e soprattutto senza mai lasciarsi andare in offese e senza mai inveire contro i tifosi avversari. Pensate aveva un’enciclopedia sul calcio intitolata “Tutto il calcio minuto per minuto” (che io conservo gelosamente), all’epoca non c’era internet e non c’era un pc in ogni casa come oggi, il libro, l’enciclopedia facevano la differenza. In quell’enciclopedia, del Napoli si parla poco o niente, vengono invece descritte  minuziosamente le gesta di Juve, Inter, Milan e del Grande Torino, quello di Valentino Mazzola e dei suoi sfortunati compagni di squadra vittime dello sciagurato incidente del 4 maggio 1949.
Oltre alla già citata enciclopedia aveva acquistato dei libricini, che facevano parte di una collana di tascabili sul calcio, “I tascabili dello sport i campioni e le squadre di tutto il mondo”, pensate costavano 250 lire. Ne ho sfogliato uno intitolato “I mazzola”, le pagine sono ingiallite dal tempo e alcune parole sono sbiadite, quasi non si leggono, ma nell’insieme dà una panoramica efficace su come si viveva e come si dovrebbe vivere il calcio in campo e dagli spalti..
Veniamo ai giorni nostri, veniamo alle note dolenti e alle piccole grandi soddisfazioni.
Ieri 17 marzo, il Napoli ha disputato una gara di campionato allo stadio Olimpico di Torino contro i granata, i tifosi del Napoli presenti allo stadio, per l’occasione e viste anche le recenti offese fatte alla memoria del Grande Torino, da uno striscione esposto nella curva dei tifosi juventini in occasione dell’ultimo derby della Mole, animati dalle più buone intenzioni e da uno spirito puramente sportivo, i supporters azzurri hanno esposto un cartello nel quale si leggeva “Chi ama il calcio onora il Grande Toro”, la risposta dei padroni di casa? I soliti cori razzisti (razzismo territoriale), le solite offese (terroni, colerosi ecc. ecc.) e la solita richiesta al nostro amato vulcano (Vesuvio lavali col fuoco).
Ma a lavare l’onta, dell’ennesimo volgare e ingiustificato comportamento piemontese, ci ha pensato la squadra in campo, che quasi allo scadere con il suo puntero Gonzalo Higuain ha matado il Toro.
Risultato finale Napoli batte Torino 1-0 in campo calcistico, ma in quanto a civiltà, cultura e orgoglio, per i tifosi del toro non c’è stata partita, tutto questo nel giorno in cui l’Italia festeggia per un’unità ora più che mai fatta solo sulla carta.
Francesco De Crescenzo



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Il 17 marzo noi non festeggiamo perché non c'è nulla da festeggiare




L’esaltazione massima del cosiddetto risorgimento, massonico e giacobino, è stata l’istituzione (imposta) di una ricorrenza che non ricorda la nascita della Nazione Italiana (2 giugno del 1946), ma solo la proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861) in nome di Vittorio Emanuele II di Piemonte che restò “secondo”, e non diventò “primo” come avrebbe dovuto per la nascita di un nuovo stato, a sottolineare l’annessione dell’Italia al Piemonte. E la cosiddetta Italia annessa in quella data la potete “ammirare” nella cartina che riportiamo. 
Loro oggi festeggiano l’annessione di una parte della vera Italia (manca buona parte del Lazio, senza contare il Veneto) ad una monarchia generata a negazione di Dio, quello vero, e su principi ideologici di violenza, sopraffazione e razzismo.
Quando questa vergognosa umiliazione della verità e della nostra dignità finalmente cesserà, solo allora si potrà parlare di pacificazione e di giustizia.
Per ora solo mortificazione e rabbia.

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Il covo dei Briganti

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Pino Aprile a Lucera

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Daniele Iadicicco – La Famiglia Gattola di Gaeta

E’ uscito in questi giorni il nuovo libro di Daniele E. Iadicicco “Storia documentale DEI GATTOLA DI GAETA”. Il testo prodotto interamente dall’Associazione Culturale Terraurunca, di cui Iadicicco è Presidente, ripercorre la storia di questa famiglia di origine gaetana che ha attraversato 1000 anni di storia, accompagnando le vicende della città di Gaeta, e rendendosi sempre protagonista della vita politica nazionale e non solo del Sud Italia, resistendo ai secoli ed agli innumerevoli cambi di potere, partendo dal XI secolo fino all’unità d’Italia e oltre.
“Il libro è nato” – spiega Iadicicco – “da una semplice ricerca, come ne faccio tante per il nostro portale storico terraurunca.it. Il fatto è che il materiale sulla famiglia Gattola ha iniziato a saltar fuori ovunque: a Gaeta come in tutto il Golfo, in Italia come all’estero, ho iniziato a ripercorrere i secoli scoprendo testimonianze di personaggi interessanti e luoghi legati a questa famiglia”.  
Questo nuovo testo, solo apparentemente relegato a semplice storia familiare, è una vivida testimonianza del sistema religioso, aristocratico oltre che politico di Gaeta, attraverso di esso si scoprono momenti di storia locale, difficilmente individuabili se non nelle vicende dei personaggi che le ripercorrono. Le ricche testimonianze fotografiche e documentali ci mostrano come ancora oggi, tra palazzi storici e chiese, possiamo scorgere testimonianze di questa famiglia e come in questi luoghi si siano svolti momenti anche significativi della storia nostrana. Dal Palazzo del Marchese Gattola a Piazza Traniello a Gaeta, in cui si celebrò l’imeneo nuziale di Re Carlo di Borbone con Maria Amalia di Sassonia, fino alla tomba di Riccardo Gattola del XV secolo che dalla Chiesa di San Francesco a Gaeta se ne ritrovano tracce nel Walters Art Museum di  Baltimora negli USA. 
Il libro sarà presentato ufficialmente a Gaeta, presso il Museo Diocesano, venerdì 28 marzo 2014, alle ore 18.30.
Amici, compatrioti e simpatizzanti sono invitati.
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Il Sistema Monetario del Regno delle Due Sicilie

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Gennaro De Crescenzo


NOVITA’  EDITORIALE

E’ uscito il nuovo libro di Gennaro De Crescenzo “Il Sud dalla Borbonia Felix al carcere di Fenestrelle. Perché la storia non è come ce la raccontano”, Magenes, Milano, 2014.

Ricerche archivistiche, nuove fonti e risposte neoborboniche agli storici “ufficiali”…  “Gennaro De Crescenzo li ha fatti ‘neri’ ”. Nell’alto della loro cattedra universitaria, pur circondati da titoli accademici, utili per vantare meriti didattici, Alessandro Barbero o Renata De Lorenzo non possono scampare alle contraddizioni che le pagine di questi capitoli mettono a nudo. Le loro tesi sono state vivisezionate, analizzate, contestate e, qualche caso, persino messe alla berlina, con un rigore e una puntualità che – francamente – tolgono spazio e argomenti a repliche difensive” (dall’introduzione di Lorenzo Del Boca). “Borbonia felix”? Nessuno lo ha mai scritto o detto, ma non è un caso se tutti i primati positivi nel Regno delle Due Sicilie diventano negativi solo dal 1860 con una inversione di tendenza che resiste nel tempo e arriva fino a oggi. È un dato di fatto. Il monopolio della cultura ufficiale è finito e da qui parte quella nuova storiografia degli storici “neoborbonici” o degli storici “senza patente” che costituiscono davvero un fenomeno nuovo e dilagante, che costringono gli storici “professionisti” a scrivere libri per rispondergli (anche se fingono di ignorarli), che costringono e costringeranno (e spesso hanno già costretto) gli stessi storici a cambiare i loro libri in attesa di testi che ricostruiscano, finalmente e veramente, tutta la nostra memoria storica: la base di classi dirigenti finalmente e veramente nuove e degne di rappresentare il Sud di domani. 


PER ACQUISTARLO
IN TUTTE LE LIBRERIE E ONLINE
e su www.editorialeilgiglio.it 
fitto e in aggiornamento il calendario delle presentazioni-dibattito: 
richieste a info@neoborbonici.it
http://www.libreriauniversitaria.it/sud-borbonia-felix-carcere-fenestrelle/libro/9788866490593

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