L’Archivio di Stato di Napoli celebra Carlo di Borbone

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L’Archivio di Stato di Napoli terrà esposto, nell’ex refettorio del Monastero dei Santi Severino e Sossio, fino al 31 dicembre del 2016 una serie di importanti documenti del regno di Carlo di Borbone.

Naturalmente non solo quelli esposti sono i documenti che tracciano quello che è stata una vera e propria “rivoluzione” politica, economica, sociale e culturale voluta dal giovane re che pose Napoli ed il suo Stato in una condizione di autonomia e, nel giro di pochi decenni, di egemonia in quasi tutti i campi della scienza, dell’industria, del commercio e della produzione agricola. Infatti, tra le migliaia di faldoni e cartelle di archivio ottimamente custoditi nell’Archivio di Napoli, sono stati selezionati con molta cura e collocati nelle teche espositive, i documenti ritenuti più significativi e spettacolari, interessanti anche dal punto di vista della forma e ella foggia, che vanno dal 1734, fondazione del Regno, fino al 1759, quando Carlo dovette insediarsi sul trono di Spagna lasciando la Corona al suo giovanissimo figlio Ferdinando.

Le stampe, le mappe, i cerimoniali, le leggi, gli editti, le disposizioni agli Intendenti scritti in grafia artistica o in caratteri di stampa, lasciano ben capire che a Napoli ed in tutto il suo Regno si scriveva in perfetto italiano, quando in altri stati della penisola il francese e l’austriaco erano le lingue madri.

Tra le magnificenze documentali esposte, il progetto di presentazione al Re della Reggia di Caserta e, diremmo oggi, della “riqualificazione” di tutta l’attigua area rurale e lacustre dove poi fu realizzata l’attuale Caserta. Quindi stampe, anche colorate, preziosi disegni ed alcuni dipinti, prestati per l’occasione dal Museo di Capodimonte, realizzati nel 1761 da Antonio Joli che raffigurano la partenza da Napoli per la Spagna di Carlo.

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Convegno a Lamezia Terme

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Inaugurazione Museo di Mongiana

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Carlo e Camilla di Borbone in visita a Napoli

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Dal 18 al 20 settembre 2016, il Principe Carlo di Borbone, Duca di Castro e Capo della Real Casa di Borbone Due Sicilie, unitamente alla Principessa Camilla, Duchessa di Castro, ci onoreranno della loro presenza a Napoli, in occasione della festa di San Gennaro.

Devozione, eccellenze, tradizioni e beneficenza per i Principi Carlo e Camilla di Borbone nella prossima visita a Napoli.

Lunedì 19 settembre, Carlo e Camilla di Borbone parteciperanno alla cerimonia religiosa celebrata dal Cardinale Sepe nel Duomo di Napoli, in occasione del miracolo di San Gennaro.

Nel pomeriggio, alle ore 16.30, si recheranno presso la Cappella Borbonica in Santa Chiara, per consegnare alcune borse di studio ai bambini delle scuole delle periferie partenopee e per rendere omaggio alle tombe degli appartenenti ad una Dinastia che seppe fare grandi Napoli e il Sud.

Seguirà, guidata dai Neoborbonici e dall’Associazione I Sedili di Napoli, una passeggiata tra lo Spaccanapoli e le botteghe degli artisti-artigiani di San Gregorio Armeno, anche per acquistare quanto necessario alla realizzazione di un presepe napoletano per le Principessine Maria Carolina, Duchessa di Calabria, e Maria Chiara, Duchessa di Capri.

Il maestro Aldo Vucai regalerà ai Principi “La Tradizione”, una composizione artistica con un Pulcinella vecchio che consegna la sua maschera ad un Pulcinella giovane.

Le statuine sono collocate su una base ricavata dal legno del palcoscenico del Teatro San Carlino, il teatro dove si esibì uno degli ultimi grandi Pulcinella, Antonio Petito.

I Neoborbonici regaleranno al Duca di Castro una statuina del grande Carlo di Borbone, nel ricordo del Terzo Centenario della sua nascita (1716-2016): “da Carlo a Carlo” fino alla giovanissima Maria Carolina, in una Tradizione di storia e affetti che non finiscono.

Nelle stesse giornate, la Duchessa di Castro si recherà presso l’Ospedale Cardarelli, ricevuta dal direttore della struttura, dr. Verdeoliva, come madrina del Premio Buona Sanità per le eccellenze mediche.

In occasione della visita nostri appuntamenti sono:

al Duomo, alle ore 07.30, in occasione del Miracolo di San Gennaro, e nel pomeriggio, con partenza alle 17.00 dal sacrato di Santa Chiara, passeggiata allo Spaccanapoli e a San Gregorio Armeno, nel cuore della Napoli Borbonica, dove i Principi Reali saranno accolti dagli artigiani-artisti e dal Popolo di Napoli.

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Eventi Costantiniani in Calabria

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Evento a Pomigliano D’Arco

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Incontro con Gennaro De Crescenzo

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EQUIDUESICILIE: ALTRO CHE EQUITALIA (LE RICERCHE NON FINISCONO MAI DI SORPRENDERCI…).

Qualche osservazione analizzando due leggi di Carlo e di Ferdinando IV di Borbone: altro che leggi e burocrazie borboniche! Magari… In una prammatica del 3 aprile del 1748 si stabiliva che i creditori erano obbligati a fornire gli alimenti ai “debitori poveri che non potevano alimentarsi”. In un decreto successivo (22 luglio 1777) si stabiliva che non era possibile sottrarre “agli impiegati più di un terzo del soldo per debiti”. Contestualizzando quei provvedimenti e confrontandoli con le attuali “tecniche di riscossione” non si può che continuare a studiare la nostra storia e, intanto, magari…diventare neoborbonici!

G.D.C.

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I Borbone e i terremoti

Dai Borbone l’edilizia antisismica ‘sempreverde’
continua a ispirare la messa in sicurezza degli edifici

Parete antisismica

Le tecniche antisismiche messe a punto 200 anni fa dai Borbone sono ancora attuali e, integrate con tecnologie moderne, potrebbero essere utilizzate ancora oggi per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio. Lo dimostra lo studio condotto dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ivalsa) di San Michele all’Adige (Trento) in collaborazione con l’università della Calabria. Le tecniche sono contenute in un regolamento che fu adottato dopo il catastrofico terremoto del 1783, che distrusse gran parte della Calabria meridionale con circa 30.000 vittime.

“Nei principi quel regolamento è ancora attuale”, ha osservato uno degli autori dello studio, l’architetto Nicola Ruggieri, dell’università della Calabria. “Per l’epoca – ha aggiunto – era la normativa più avanzata possibile: oltre a indicare come costruire i nuovi edifici prevedeva anche come ristrutturare il patrimonio esistente, per esempio con una rete in legno da affiancare alla parete e con la demolizione dei piani superiori al secondo”. Considerato dal Cnr il primo regolamento antisismico d’Europa, prevedeva: la costruzione di case non oltre i due piani di altezza e una rete in legno nelle pareti in muratura. Per gli edifici già esistenti, oltre alla demolizione dei piani oltre il secondo, prevedeva la rimozione di balconi e altri elementi sporgenti. L’efficacia di questo sistema costruttivo si dimostrò durante i successivi terremoti che colpirono la Calabria, nel 1905 e nel 1908, che, ha spiegato il Cnr, sugli edifici costruiti con queste regole provocarono danni non significativi, con limitate porzioni di muratura collassate e nessun crollo totale. La validità è stata confermata anche dal test antisismico condotto su una parete del palazzo del Vescovo di Mileto (Vibo Valentia), ricostruita fedelmente in laboratorio. Sottoposta a una serie di test meccanici che hanno simulato l’azione di un terremoto, la parete ha mostrato un eccellente comportamento antisismico. Le tecniche, ha detto Ruggieri, si basavano sull’idea che la rete di legno, in caso di scossa, potesse intervenire a sostegno della muratura. Adesso quelle tecniche potrebbero ispirare sistemi antisismici per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio esistente “magari – ha rilevato l’esperto – sostituendo il legno con alluminio e acciaio, per i quali l’industria è più preparata”. Tuttavia è allo studio un progetto di ricerca, al quale partecipa uno degli autori del test per il Cnr, Ario Ceccotti, per la messa in sicurezza del patrimonio esistente, basato su un’armatura in legno ispirata a quella usata negli edifici antisismici borbonici.

Fonte: ANSA 27 agosto 2016
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Rocca San Giovanni (Chieti): Premio Raccontami la Storia

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