NAPOLI – ‘A Sagliuta d’ ‘o Petraro

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L’Assedio della Fortezza di Civitella del Tronto

Il 23 maggio, alle ore 18.00, presso la Pinacoteca Soms Spoltore si terrà la presentazione del libro L’Assedio della Fortezza di Civitella del Tronto ed il Brigantaggio Legittimista con Angelo Massimo Pompei, Luigi Piccioni, Giovanni Stramenga (discendente del Brigante Stramenga) e Pietro Giorgio Tiscar (discendente dell’ultimo comandante della fortezza), Edizioni Ianieri. Modera Cristiano Vignali. Patrocini di Comitati delle Due Sicilie, Soms Spoltore, Cultura Identità, Centro Studi Dannunziani, Comune di Spoltore e Regione Abruzzo.

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A proposito di Civiltà

 

 

 

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O juorno ‘e San Michele

Sull’eccidio di Pontelandolfo e Casalduni
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La messa in scena del lavoro teatrale avviene in un clima di celebrazione corale. I suggestivi canti, con testi e musiche di Angelo Manna, fanno da sfondo e da contorno all’azione che si svolge parzialmente anche in platea, tra il pubblico.

L’attenta regia di Antonino Laudicina cadenza con maestria l’avvicendamento delle scene e modula opportunamente la recitazione dei singoli, riuscendo ad esaltare le caratteristiche interpretative di ognuno degli attori.
L’opera è un mirabile esempio di teatro civile, una vibrante denuncia per riaffermare il diritto alla propria memoria, per far conoscere ciò che era destinato a restare ignoto, per fare luce su verità scomode che per oltre un secolo erano restate accuratamente nascoste. È la fiera rivendicazione della propria storia finalmente raccontata al di fuori della narrazione ufficiale, per tramandare il ricordo delle tragedie – rese crudelmente inconfessabili – che hanno segnato l’esistenza dei nostri antenati, scavando profonde ferite nelle popolazioni che abitavano le contrade del regno dei Borbone.

La Compagnia di Antonino portò in scena ’O juorno ‘e San Michele una prima volta dal 17 al 19 aprile del 2015, sempre al Teatro Immacolata al Vomero, in via Francesco Nuvolo n. 9 (i gradini di piazza dell’Immacolata). Rispetto a quella prima edizione, alla rappresentazione di quest’anno si aggiunge un canto di Eddy Napoli.

Occorre lanciare un messaggio chiaro: si solleciti la vibrante indignazione, l’indomito anelito di riscatto affinché vengano ricusate sdegnosamente onorificenze alla memoria per rivendicare meritati riconoscimenti al valore.

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Montefusco apre le porte ai Tesori Nascosti della Campania

 

 

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A Napoli la prima anestesia della Storia

 

 

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IV Certamen Francesco II di Borbone

 

 

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Nola – Maggio dei Monumenti

 

 

 

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Napoli – Mostra Iconografica Osservatorio Astronomico

 

 

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I Castelli della Valle del Sabato

L’Irpinia diventa protagonista delle Giornate Nazionali dei Castelli, promosse dall’Istituto Italiano dei Castelli e patrocinate dal Ministero della Cultura, con un programma ricco che vedrà coinvolti, il 10 e l’11 maggio, alcuni dei borghi più suggestivi della provincia di Avellino: Montefredane, Montefusco, Mercogliano e Summonte.

Ad aprire le celebrazioni sarà Montefredane, dove sabato 10 maggio si terrà una tavola rotonda sul patrimonio fortificato della valle del Sabato, seguita da un concerto per organo nella chiesa madre. Il castello Caracciolo, arroccato su una collina panoramica, racconta mille anni di storia e conserva ancora elementi architettonici unici come una neviera e una cisterna medievale.

A Montefusco, antico capoluogo del Principato Ultra, si potrà visitare l’imponente castello di origini longobarde, poi trasformato in carcere borbonico in seguito alle rivolte del XIX secolo. Il borgo offre un affascinante itinerario tra vicoli storici e testimonianze di potere e resistenza.

A Mercogliano, invece, il visitatore potrà esplorare i resti del castello posto in cima al borgo: ruderi suggestivi che raccontano assedi e dominazioni, dalla primitiva struttura longobarda fino alla conquista normanna del 1137.Infine, il castello di Summonte, con il suo possente dongione angioino e le recenti scoperte archeologiche, rappresenta una delle più affascinanti testimonianze medievali del territorio. Le sue origini risalgono all’epoca normanna, ma è con gli angioini che la fortezza assume l’imponenza che ancora oggi si può ammirare.

 

 

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